di Franco Gualdrini
Ringrazio il Signore, infinitamente, di avermi fatto dono di essere Vescovo in questa Chiesa di Terni-Narni-Amelia, di avere vissuto per quasi 17 anni con le persone - tutte amabilissime, di questo territorio.
E il ringraziamento va a tutti, di avermi accolto, di avermi compreso, di essermi stati compagni di viaggio.
E' stato un tempo di grandi cambiamenti nelle persone, nelle famiglie, nella società.
La Chiesa a volte arranca per stare al passo con i tempi, forse a volte rimane indietro, avrebbe il mandato di guidare, illuminata dalla Parola di Dio.
Giunti al Duemila, mentre passo le consegne a un fratello perché svolga quel medesimo mandato che Gesù Cristo affidò agli Apostoli, c'è da guardare in avanti.
Ci sono sfide che ci attendono tutti. Giovani e ragazze, giovani sposi.
C'è da formare una famiglia che non ripeta le modalità della famiglia di ieri, ma traduca secondo le nuove esigenze in modalità forse da inventare i valori immutabili di ieri della fedeltà e della fecondità.
Famiglie non racchiuse in sé stesse, nel rassicurante «focolare domestico», ma che si aprano a quanti attendono testimonianza ed operatività nelle strade del mondo.
Il mondo del lavoro - questo sì - che si mostra subito nuovo, anch'esso è da reinventare.
Temo che gran parte delle soluzioni che oggi vengono proposte, siano ancorate a visioni del passato.
Oh, non ho da proporre formule magiche, ma indicazioni di strade da percorrere, sì.
Le strade che diano a tutti da vivere dignitosamente, con sobrietà, ma con serena sicurezza, forse lasciando larghi spazi alla famiglia e alla cultura.
La cultura, appunto, il sapere. Da ogni punto di vista, s'intende.
La natura e le persone, la storia, la scienza, l'arte. Non potranno non mancare - per l'uomo di cultura - le grandi domande su Dio, sul sella vita, sui fini della vita.
Il Vescovo e la Chiesa hanno la missione di proporre risposte alle menti, ma anche al cuore, e indicare cammini di vita.
E - ancor più - abbiamo la missione di offrire chi sostiene e dà forza, chi ci può essere compagno di viaggio e ci fa gustare la consolazione di essere l'immagine di Dio.
E' Gesù Cristo, l'uomo di Nazareth, il figlio di Dio.
Il Vescovo Gualdrini, che termina la missione affidatagli, invita a guardare in avanti e realizzare le mille cose fin qui non compiute.
Con speranza in Dio, con fiducia nell'uomo.
(da Adesso n. 15 - marzo 2000)